Eddy Lo Bianco: Professione BIM e studio vanno di pari passo
Il Percorso di Eddy inizia qualche anno fa tra i banchi di scuola di un Istituto per Geometri fino ad ottenere nel 2016 la laurea in Ingegneria Edile Architettura.
Da quel momento ha capito che il suo interesse si orientava nel settore delle tecnologie per la progettazione sostenibile fino a riuscire ad ottenere incarichi di Docenza presso l’ITS Fondazione Efficienza Energetica per diverse aree didattiche, tra cui corsi su AutoCAD e Revit.
Tutto questo lo ha portato ad approcciare il BIM sia da un punto di vista professionale ma successivamente anche di studio accademico fino a conseguire il Master BIM e digitalizzazione nell’industria AEC dell’Università Niccolò Cusano.
Non indugio ulteriormente e lascio la parola al protagonista della nostra intervista. Buona lettura!
- Può raccontarci il percorso che l’ha portata ad avvicinarsi alla metodologia BIM?
Il percorso, lungo ormai un ventennio, è segnato da scelte intraprese e tappe effettuate che sono confluite nella metodologia BIM. Ripensando al passato solo oggi comprendo cosa cercavo nella professione da ingegnere o da architetto: la piena collaborazione tra professionisti, l’utilizzo efficiente di software CAD e la gestione dei dati informatici ben organizzati. Tutto quello che offre la metodologia BIM e molto di più.
Dopo aver conseguito il Diploma di Geometra, mi iscrissi al corso di Laurea in Ingegneria. Poco più che ventenne avviai un’impresa, un centro servizi di ingegneria integrata, che offriva prestazioni di grafica cad e pubblicitaria e di stampe inkjet. Anche se studente universitario, decisi di intraprendere l’attività di libero professionista come Geometra, occupandomi di edilizia privata, di progetti di interni, di ristrutturazioni edilizie e di nuove costruzioni di fabbricati civili, oltre che di tutte quelle prassi burocratiche che un libero professionista si trova a redigere, quali sanatorie edilizie, perizie tecniche, accatastamenti e rilievi topografici.
Dal duale approccio, in ambito accademico e in ambito lavorativo, alcuni erano gli aspetti che più mi appassionavano, ovvero coordinare le attività di un team, di colleghi studenti o colleghi professionisti, gestire lo sviluppo dei progetti in cad e individuare soluzioni alternative per efficientare i processi grafici in AutoCAD e gestire al meglio le cartelle digitali per allocare tutti i file necessari per la redazione di un progetto o per la gestione di una commessa. BIM? Forse solo un’idea per me.
Proprio negli anni da libero professionista, ricordo che AutoCAD iniziava a starmi stretto, infatti nel 2003 acquistai la licenza Autodesk Subscription per il software Architectural Desktop 2004, sono anni in cui Autodesk aveva da poco acquistato il software Revit dalla Revit Technologies Inc.
In quegli stessi anni mi appassionai all’architettura sostenibile e all’efficienza energetica, mi iscrissi ai corsi di formazione per Energy Manager, Green Energy Auditor e per la progettazione sostenibile secondo il Protocollo LEED.
Nel 2016, dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria Edile Architettura presso l’Università degli Studi di Catania, con una tesi di laurea incentrata nel settore delle tecnologie per la progettazione sostenibile, in cui sviluppai uno studio sugli edifici bioclimatici e NetZEB in clima mediterraneo, mi iscrissi finalmente ad un corso Autodesk Revit. Adoperavo già Revit, ma volevo approfondirne l’utilizzo.
Dopo essermi abilitato Ingegnere, prima, ed Architetto, dopo, decisi di occuparmi di formazione nei settori della sostenibilità energetico ambientale per l’architettura e dell’utilizzo di sistemi informatici a supporto della progettazione.
Sostenni l’esame per la certificazione delle competenze Autodesk Certified Professional ACP sia per AutoCAD che per Revit Architecture, al fine di incrementare il mio know-how e per essere in grado di affrontare nuove esperienze lavorative.
Grazie anche a queste certificazioni ricevetti incarichi di Docenza presso l’ITS Fondazione Efficienza Energetica nelle sedi di Catania, Acireale, Enna e Caltanissetta, per diverse aree didattiche, tra cui corsi su AutoCAD e Revit.
Quello che vent’anni prima era una “folle idea” adesso era diventata la strada da perseguire. Pertanto mi iscrissi ad una MasterClass in BIM Specialist presso un centro Autodesk Training Center, e successivamente conseguii nel 2017 la Certificazione BIM Specialist rilasciata da ICMQ, quando ancora non era in vigore la UNI 11337-7, che stabiliva i requisiti di conoscenza, abilità e competenza dei professionisti del BIM.
Grazie alle mie esperienze, al mio percorso di formazione e alle certificazioni professionali, ricevetti per l’anno accademico 2018/2019, l’incarico di Docente a Contratto presso l’Università degli studi di Palermo, per il Laboratorio di Disegno e Rilievo Digitale dell’Architettura, in cui tenevo sia lezioni teoriche che pratiche sull’utilizzo degli strumenti elettronici per la digitalizzazione dell’architettura e sulla progettazione e composizione architettonica attraverso l’ausilio di AutoCAD e Revit.
Trasferitomi poi dalla Sicilia al Piemonte, ho collaborato come progettista e consulente con una società di votata all’innovazione, all’uso di soluzioni digitale e all’implementazione della metodologia BIM.
Era sempre più viva la necessità di approfondire la gestione del processo edilizio e mi iscrissi ad un corso di formazione in Project Management.
Nel 2020 ho pubblicato un volume dal titolo “Edifici nZEB e BIM”, edito dalla casa Editrice Grafill.
Attualmente svolgo attività di ingegnere come esperto in tecnologie per la progettazione sostenibile ed in analisi energetica degli edifici in ambiente BIM; sono formatore e consulente BIM presso centri di formazioni e mi occupo dell’adozione e dell’implementazione del BIM presso una società di ingegneria.
- Lei ha da poco terminato il Master BIM di Unicusano. Le andrebbe di dirci l’argomento che ha deciso di approfondire nel sul lavoro di tesi e per quale ragione lo ha scelto
L’argomento che ho deciso di trattare nella tesi nasce da una ricerca svolta sull’attuale panorama italiano degli attori coinvolti nella digitalizzazione dell’industria AEC. Infatti la ricerca ha evidenziato come il settore dell’ingegneria, dell’architettura e delle costruzioni risulta essere caratterizzato da un diffuso numero di studi di progettazione composti da singoli professionisti. Purtroppo soltanto una piccola parte degli attori coinvolti è rappresentata da grandi società di progettazione multidisciplinari.
La complessità del processo che i singoli studi di progettazione si trovano ad affrontare ha stimolato il mio interesse e mi ha portato a riflettere su tali questioni. Essendo stato anche io in prima persona un singolo professionista, mi tocca da vicino.
Per tal ragione ho scelto di indagare e provare a tracciare le linee guida da seguire per implementare il BIM negli studi di ingegneria e architettura. Infatti, nella tesi, con un caso studio, illustro il Piano di Implementazione del BIM in una azienda di progettazione multidisciplinare di piccola dimensione.
- Perché e come dovrebbero, secondo la sua ricerca, gli studi di Ingegneria e di Architettura italiani, approcciarsi alla metodologia BIM? Ci sono dei passi che si sente di consigliare o sconsigliare?
Non esiste un unico motivo per il quale un professionista debba adottare la metodologia BIM, le motivazioni sono molteplici: la continua evoluzione del mondo delle costruzioni, la ricerca continua e costante per l’innovazione, oltre che alla maggiore efficienza e produttività, risparmio di tempo nella redazione degli elaborati, meno costi, maggiore condivisione delle informazioni, coerenza tra progetto e costruito, riduzione degli errori, ecc.
Per approcciarsi alla metodologia BIM è prima di tutto fondamentale concepire un metodo organizzativo e collaborativo, che si fonda sui criteri del project management.
L’applicazione della metodologia BIM è attuabile attraverso un percorso comune in cui tutti i soggetti coinvolti ed interessati (singoli professionisti, piccoli studi associati e imprese edili o di impianti tecnici) dovranno cambiare approccio; passare dunque da una organizzazione mono disciplinare ad una organizzazione multidisciplinare, emulando una società cooperativa, in cui la collaborazione diventi sinergica, piuttosto che uno ostacolo come talvolta accade.
Per i professionisti si tratterà di adeguarsi pian piano alla metodologia, cominciando ad utilizzare sistemi per la condivisione dei dati con gli altri attori, ad intraprendere formazione mirata, a produrre delle linee guida e degli standard BIM interni, ad utilizzare una predefinita struttura di archiviazione e codifica file.
Sicuramente si tratta di un accrescimento delle competenze a partire già dalle proprie risorse, sfruttando quello che si ha ed avvicinandosi sempre più alla metodologia BIM. Molti professionisti, oggi, utilizzano già software su piattaforma BIM che permettono l’esportazione di file IFC. Si tratta dunque di affinare, in alcuni casi, il processo di collaborazione e di condivisione delle informazioni; in altri casi, di riorganizzare il lavoro da svolgere. È dunque necessario definire e decidere come la comunicazione all’interno del progetto debba procedere ed è essenziale definire i processi e le attività, definire i flussi informativi specifici alle esigenze consolidate e assegnare ruoli specifici a tutti gli attori coinvolti nella commessa.
L’Uso del BIM nei processi di progettazione richiede specifici strumenti da usare. In realtà i professionisti del team utilizzano già strumenti idonei alla metodologia BIM, infatti, nello specifico, si tratta di stabilire le modalità di utilizzo degli stessi software, la sequenza temporale delle emissioni dei vari modelli e definire una libreria di oggetti specifici del progetto.
Per tutte queste tematiche, consiglio di rivolgersi caldamente al supporto di figure esperte, come il BIM Manager, pioniere di questo scenario attuale di diffusione della metodologia BIM, affinché guidi i professionisti nello sviluppo di una commessa in BIM. Pertanto sconsiglio vivamente di non cimentarsi da soli nell’implementazione del BIM.
- Lei aveva già lavorato con la metodologia BIM, cosa l’ha spinta ad iscriversi ad un Master BIM?
Se da un lato la formazione ricevuta mi permetteva di lavorare al meglio con i software BIM, in particolare nell’utilizzo di Revit nelle tre discipline (architettura, strutture e impianti), dall’altro lato l’esperienza sul campo mi ha permesso di apprendere aspetti pratici della metodologia BIM. Ma sentivo che mancava qualcosa, aspiravo al ruolo di BIM Manager e l’iscrizione al Master BIM Unicusano mi ha consentito di acquisire competenze, oltre che sulla modellazione informativa ed utilizzo di altri software oltre Revit, anche sulla gestione di commesse BIM con richiami al Project Management Agile, colmare le mie lacune sul contesto normativo BIM e sull’adozione di tecnologie moderne applicabili all’industria AEC.
- Guardando al futuro, quali progetti desidera sviluppare?
Mi piacerebbe continuare a sviluppare e orientare la mia professione dedicandomi alla consulenza per l’adozione e l’implementazione del BIM presso gli studi di ingegneria e di architettura. Guardando al futuro vorrei intraprendere un percorso di carriera in cui fondere la metodologia BIM e la progettazione sostenibile, magari con un profilo di Project BIM Manager in realtà aziendali, e perché no, viste le mie attitudini gestionali, forse avviare anche una mia di azienda.