Patricia Paredes: Le PMI non devono avere timore del BIM
Oggi ho avuto il piacere di intervistare Patricia Paredes, architetto venezuelana con diversi anni di esperienza professionale in Italia che però, nonostante i suoi traguardi professionali, si mette in discussione continuando a studiare per migliorare in un’ottica di una continua crescita, professionale e personale.
Quindi, in questa intervista, parleremo proprio di “istruzione” poiché Patricia ha accettato di condividere con noi alcuni aspetti della sua tesi del Master in BIM che ha recentemente portato a termine.
Il titolo della nostra intervista è solo un assaggio di un argomento molto interessante che però spesso non viene affrontato quando si parla di Building Information Modeling.
Lascio la parola direttamente alla nostra protagonista che si racconterà nel dettaglio e ci svelerà i vantaggi che le PMI possono trarre dal BIM.
- Ci racconterebbe il percorso che l’ha portata ad approcciare la metodologia BIM?
Sono un architetto venezuelana ma da più di quindici anni in Italia, dove ho sviluppato maggiormente il mio percorso professionale. Dai tempi dell’università mi sono trovata di fronte ai cambiamenti visto che appartengo a una delle prime generazione di adozione del CAD come istrumento di lavoro, cosa che mi ha insegnato i vantaggi dell’essere aperti all’adozione di nuovi metodi e tecnologie.
Durante il mio percorso professionale, ho avuto la fortuna di lavorare in molteplici progetti di diverse scale, come il disegno di piccoli appartamenti, ville private, realizzazione di palazzine residenziali, diversi centri commerciali in Italia e all’estero, edifici direzionali, turistici ecc. il tutto dentro l’ambito delle PMI, con i suoi pregi e difetti. Quindi, dalla mia esperienza professionale, ho potuto analizzare la realtà delle piccole e medie imprese per quanto si riferisce a metodi e processi i quali negli anni non hanno sviluppato grandi cambiamenti e dove il coordinamento e condivisione dei dati, non possiede dei processi ben stabiliti, cosa che produce un’elevata frammentazione della informazione, generando livelli di produzione bassi rispetto ad altre industrie.
Il lavorare con la metodologia tradizionale con i suoi processi disconnessi e la evidente mancanza di organizzazione e programmazione mi ha spinto nella ricerca di nuovi metodi per cercare di ottimizzare il mio lavoro ed è così che mi sono avvicinata al mondo del BIM. Dal primo approccio alla metodologia, sono rimasta affascinata dai vantaggi che offre questa tecnologia al settore della costruzione, essendo una metodologia operativa di progettazione e costruzione, basata sull’utilizzo di nuove tecnologie per generare un modello digitale 3D contenente tutta l’informazione dell’edificio, come base in un processo di coordinamento durante l’intero ciclo di vita di un progetto.
Il modello virtuale generato che include dati associati a caratteristiche fisiche e funzionali dell’edificio, permette la visualizzazione completa del progetto prima di essere costruito, che può essere utilizzato, in una prima fase, nell’analisi di fattibilità formale ed economica. Nella fase di progettazione ed esecuzione, permette di migliorare il progetto prima che venga realizzato, riducendo così le varie interferenze e imprevisti abbattendo sostanzialmente sia i tempi che i costi. Per ultimo, nella fase operativa, concede una panoramica precisa per la gestione e la manutenzione dell’edificio.
- Lei ha recentemente terminato il Master BIM e digitalizzazione nell’industria AEC di Unicusano. Le andrebbe di dirci l’argomento che ha deciso di approfondire nel sul lavoro di tesi e per quale ragione lo ha scelto?
Il BIM viene comunemente inteso come un approccio utilizzato esclusivamente da grandi aziende del settore pubblico o in progetti governativi. Invece l’uso della tecnologia BIM non solo sembra vitale per le piccole e medie imprese (PMI) attive nel settore delle costruzioni, ma è anche inevitabile per loro al fine di essere competitive e, in extremis, per la loro sopravvivenza nel settore.
Nell’industria della architettura, ingegneria e costruzione, a livello mondiale e a livello Europeo le piccole e medie imprese rappresentano una sezione molto importante. In Italia secondo l’Istat nel suo rapporto del 2020 le imprese del settore della costruzione di piccola dimensione, con un numero di addetti tra 0 e 9, rappresentano il 95,1% delle imprese attive. D’altro lato, le grandi imprese (quelle con 250 addetti e oltre) sono lo 0,1% del totale delle imprese.
D’altro lato gli studi sull’implementazione del BIM mostrano diversi approcci e punti di vista, tuttavia l’adozione di questa metodologia è un processo complesso, che coinvolge un alto numero di fattori sociali e tecnologici, che implicano un cambiamento radicale nei processi della metodologia di lavoro. Spesso si tende a pensare che per le piccole imprese l’adozione è quasi impossibile, quando invece, dallo studio delle barriere dell’implementazione e dei personaggi coinvolti, si evince che le PMI sono avvantaggiate soprattutto per quanto riguarda i fattori non tecnici, dove i rischi sono contenuti e controllabili.
L’approccio classico d’adozione BIM implica un alto numero di processi e figure coinvolte e sembra pensato per organizzazioni e opere di grandi dimensioni. Ragione per la quale mi è sembrato molto interessate approfondire nello studio in modo di stabilire una strategia d’implementazione in piccole organizzazioni, le quali hanno caratteristiche organizzative e realizzano progetti di più piccola entità, dove si rende necessaria la semplificazione dei processi e la ridistribuzione dei ruoli e delle responsabilità.
- Secondo la sua ricerca, l’adozione del BIM da parte delle PMI, rispetto alle grandi società, porta a dei vantaggi differenti?
Negli ultimi decenni il BIM ha rappresentato un cambio nelle metodologie adottate nella industria AEC e costituisce un elemento chiave nell’aumento della produttività. Il processo di lavoro in BIM mantiene una linea di crescita costante del valore dell’informazione rispetto alla rottura e alla perdita d’informazioni nel processo tradizionale.
Pertanto i vantaggi che comporta l’adozione della metodologia BIM, sono molto simili tra le grandi società e le piccole imprese è l’approccio alla metodologia quello che è molto diverso tra le une e le altre.
Dai diversi studi revisionati si è verificato che le PMI per le loro caratteristiche uniche come una struttura flessibile, realizzazione di progetti più piccoli di durata più breve, può rendere possibile un alto livello di attuazione e cosi trarre maggiori vantaggi. In conclusione, i vantaggi nella teoria sono gli stessi, visto che il metodo è unico, ovviamente con le sue differenze di scala, ma sono le PMI con le loro caratteristiche quelle che possono realizzare metriche in tempi più brevi, riducendo il numero d’imprecisioni dei processi stabiliti potendo migliorare in tempi minori, per questa ragione le PMI sono avvantaggiate soprattutto per quanto riguarda i fattori non tecnici, dove i rischi sono contenuti e controllabili.
- Spesso in Italia si parla di BIM associandolo alle grandi aziende mentre si parla poco delle PMI che desiderano compiere questo passo. Secondo il suo lavoro di tesi, anche i processi d’implementazione potrebbero essere differenti? Secondo la sua esperienza, che differenze ha notato rispetto all’adozione del BIM in Italia?
Secondo la mia opinione, la differenziazione dei processi d’implementazione è la chiave per la diffusione del BIM nelle PMI.
L’adozione del Building Information Modeling anche se è vero che porta molti benefici comporta modifiche radicali nel metodo di lavoro.
Le grandi imprese e le PMI sono parte dello stesso settore ma affrontano sfide economiche e sociali diverse, ragione per cui hanno differenti strutture e comportamenti organizzativi, per lo che un unico metodo d’implementazione non risulta efficace. Per questa ragione, non tutte le imprese possono implementare il BIM allo stesso livello e si rende necessario l’adeguamento dei processi alle caratteristiche delle imprese.
Il livello micro che caratterizza le PMI del settore dell’architettura indica la necessità di snellimento della procedura d’implementazione suggerita dalla letteratura, la quale prende in considerazione generalmente la struttura articolata delle grandi imprese.
- Lei aveva già approcciato la metodologia BIM prima di iscriversi al Master BIM, cosa spinge un professionista ad intraprendere nuovamente gli studi?
Sapendo che l’educazione è inerente all’essere umano, è naturale continuare a educare noi stessi giorno dopo giorno. Tante volte ci imbattiamo nell’illusione di conoscere già tutto, dimenticando le parole di Socrate, quando ci ha ricordato che l’educazione è umiltà e, quindi, un percorso di una vita. Per questo quello che sappiamo oggi molto probabilmente non sarà lo stesso domani. Ecco perché è importante continuare a studiare. È importante perché ci cambia nel suo insieme. Ci dà una visione diversa degli aspetti di un’azienda, di una persona, della vita.
- Guardando al futuro, quali progetti desidera sviluppare?
Come progetto futuro mi sembra interessante l’implementazione del framework sviluppato e cosi poter valutare non solo nella teoria ma anche nella pratica i processi stabiliti. Essendo la condivisione e l’integrazione, le basi della metodologia BIM, la collaborazione di tutto il settore delle costruzioni diviene indispensabile in modo che i vantaggi siano completamente effettivi. Per questo mi piacerebbe collaborare nella diffusione sia a livello professionale, partecipando nell’implementazione della metodologia nelle PMI, che a livello formativo, promuovendo e aumentando il livello di conoscenza della metodologia.