Il BIM in Brasile: Luisa Cypriano, alla continua ricerca di soluzioni efficienti in contesti e culture diverse
La prima cosa che ho pensato leggendo l’intervista di Luisa Cypriano Pieper, è l’estremo entusiamo e passione che ha per il suo lavoro.
E’ una ragazza italo-brasiliana che a 24 anni è diventata BIM manager di un’importante società Brasiliana, la Vera Zaffari&Co, che si è fidata della sua professionalità, proattività e volontà nel trovare ed attuare soluzioni tanto da farle guidare l’implementazione di una piattaforma di task management e di comunicazione interna per unificare e digitalizzare il flusso di lavoro dell’intera azienda.
E questa è solo un assaggio di ciò che ha acquisito negli ultimi anni grazie alla sua giovane ma intensa esperienza lavorativa.
Lascio la parola direttamente alla nostra protagonista che ci racconterà nel dettaglio ciò che l’ha spinta ad approfondire la sua esperienza nel BIM e a continuare a perseguire, con tenacia, questa strada. Buona lettura!
- Cosa l’ha spinta ad abbracciare la metodologia BIM?
Tutto è iniziato quando ancora studiavo architettura e facevo il tirocinio, laddove dovevo confrontarmi con una mole di compiti ripetitivi e con una frammentarietà nella comunicazione delle informazioni. Fa parte della mia logica di vita cercare sempre di trovare un modo più efficace per risolvere un problema. Quando mi sono resa conto del progresso e del potenziale di software come Revit ne sono rimasta affascinata.
Era il 2017 quando sono passata attraverso un processo che molti di noi affrontano quando stanno imparando il significato di BIM: rendersi conto che il BIM è in realtà legato alla gestione delle informazioni e all’interoperabilità e non è il capolavoro di nessun software specifico. Tutti i software hanno dei limiti e generano compiti ripetitivi, anche con livelli di automazione diversi; il BIM non solo era un percorso di non ritorno, ma anche un’ondata di trasformazioni sempre più rapide, possibili grazie all’approccio tra settore AEC e tecnologia.
Nel 2019 sono diventata BIM manager presso l’azienda brasiliana Vera Zaffari & Co; da allora, sempre come BIM manager, ho fatto esperienza in Brasile, Italia e Spagna in settori diversi e con aziende di dimensioni molto varie. Queste esperienze si sono rivelate preziose, arricchendo il mio percorso professionale e personale. Ho ottimizzato le mie competenze nella gestione dei dati, nell’automazione del lavoro e nell’implementazione del software, adattandomi, imparando e proponendo soluzioni in contesti e culture diverse.
- Qual’è stato il percorso che l’ha portata a ricoprire il ruolo di BIM Manager nella società Vera Zaffari & Co?
Questa è una storia interessante. Molte persone mi chiedono come sono diventata un BIM manager così presto, (a 24 anni) e quali sono i passi per diventarlo. Mi rendo conto che non esiste una traiettoria univoca, benché esistano degli elementi comuni ai BIM Managers: interesse per le nuove tecnologie e ostinazione nella ricerca di soluzioni.
Ho iniziato a lavorare nella VZ & Co come architetta e subito sono stata coinvolta in un progetto molto ambizioso in Uruguay. Ho accolto proattivamente il progetto, tanto che la mia leader di allora, attuale amica, Graciela Zaffari, ha notato il mio interesse e la mia capacità di trovare e eseguire soluzioni, dandomi autonomia al fine di promuovere le innovazioni nell’azienda. Così ho guidato l’implementazione di una piattaforma di task management (Asana) e di comunicazione interna (Slack) per unificare e digitalizzare, attraverso un modello, il flusso di lavoro dell’intera azienda. In 3 mesi siamo riusciti a mitigare le lacune che generano perdita di informazioni e la mancanza di comunicazione all’interno dell’azienda.
Visti questi risultati, sono diventata la BIM Manager e la leader dell’HUB dell’innovazione, e ho iniziato a dedicarmi ai miglioramenti BIM. Sono stata responsabile dell’implementazione di Dynamo, utilizzando diversi script per automatizzare il lavoro dei team e ho partecipato all’implementazione di BIM 360 e Navisworks, oltre a fornire supporto tecnico a tutti i team.
Penso che la professione di BIM manager sia qualcosa di ampio, complesso. Un professionista che ha la responsabilità di essere un motore di innovazione.
Personalmente, per spiegare a qualcuno lo scopo della mia professione, dico che il mio ruolo è quello di aiutare le persone coinvolte nel processo di progettazione a lavorare in modo più intelligente e quindi ridurre le perdite di risorse (tempo, denaro, potenziale umano) all’interno delle aziende.
- Ci descriverebbe lo status attuale dell’utilizzo della metodologia BIM in Brasile?
Vedo il livello di BIM in Brasile e in Italia, nel complesso, in modo piuttosto simile. Un punto in comune è il fatto che entrambi paesi hanno poche aziende del settore AEC con centinaia di dipendenti, e questo fa sì che le aziende con 15-25 siano viste come già di grandi dimensioni.
In Brasile, l’implementazione del BIM per i lavori pubblici è definita in tre fasi relative ai tipi di progetti (nuovi edifici, ristrutturazioni, ecc.); la prima scadenza della legge è entrata in vigore all’inizio di quest’anno e l’ultima inizierà nel 2028. In Italia invece ci sono 6 diverse fasi legate al costo dell’opera (cento milioni, cinquanta milioni, 15 milioni, ecc.) con scadenze più brevi e una progressione che è iniziata 2 anni prima: la prima fase che è entrata in vigore nel 2019 e la sua ultima fase è prevista per il 2025. A dispetto di questo, entrambi i paesi hanno chiare discrepanze riguardo il livello del BIM tra regioni, e questo varia secondo il grado di investimenti e di esigenza del mercato.
- Per quella che è stata la sua esperienza, che differenze ha notato rispetto all’adozione del BIM in Italia?
Secondo me, le differenze tra il BIM in Italia e in Brasile iniziano ben prima del modello. L’Italia ci sono porzioni considerevoli del settore delle costruzioni che si concentrano sul restauro di edifici e sulla architettura navale, vista la valorizzazione del patrimonio storico e la sua posizione geografica. In Brasile invece questi rami sono poco sviluppati e ricevono scarsi investimenti.
Il risultato di queste caratteristiche trova eco anche nei modelli: sia nella necessità di elementi più complessi per rappresentare le forme e le caratteristiche di questa architettura, sia in un maggiore investimento nella 6D (che come sappiamo, secondo la norma uni 11337, è incentrata sul ciclo di vita e sulla manutenzione degli edifici).
D’altra parte, la mia percezione è che in Italia è ancora radicata l’idea che l’uso del BIM sia legato a lavori con costi di milioni di euro, mentre in Brasile diverse aziende con budget bassi, anche piccole ristrutturazioni, hanno già iniziato a usare alcuni software con potenzialità BIM (anche se spesso li usano in modo arcaico o deficitario).
- Come si svolge la sua giornata lavorativa?
Il mese scorso ho iniziato il mio percorso nella multinazionale belga CES, nella sua sede a Málaga (Spagna) e la mia sfida qui è qualificare e automatizzare i flussi di lavoro di tutti i team nei 4 diversi paesi della multinazionale, per un totale di circa 90 persone. Perció dedico una buona parte della mia giornata divisa tra Revit e Dynamo: migliorando e adattando standard di progetto, modelli e famiglie; creando, testando e adattando script di Dynamo; e proponendo e innovazioni per l’azienda nel suo complesso.
Avere la responsabilità di unire l’industria delle costruzioni (AEC), l’innovazione e la tecnologia significa essere in un eterno e stimolante processo di miglioramento continuo, che mi porta a imparare, condividere e studiare molto e sempre. Negli ultimi fine settimana, per esempio, mi sono dedicata alla mia partecipazione al libro MANAGING AND VISUALIZING YOUR BIM DATA, per il quale sono stata invitata da Ernesto Pellegrino e dall’editore inglese Packt, per parlare un po’ del processo di apprendimento di Dynamo.
Il mio trasferimento in Spagna, tuttavia, non ha cambiato una caratteristica della mia routine diaria: la necessità di comunicare con diverse culture e in diverse lingue durante la giornata. Proprio come la mia vita quotidiana in Italia, dove ho lavorato come BIM manager (Wescan – Italia) e consulente BIM (Vera Zaffari & Co – Brasile), uso ancora due lingue ogni giorno al lavoro: ma invece di italiano e portoghese ora uso inglese e spagnolo, per comunicare con i diversi team della CES.
- Ci parlerebbe di un progetto BIM che ha seguito e cosa lo rende interessante per lei?
Uno dei progetti in cui ho lavorato durante il mio periodo in italia è stato lo sviluppo e la responsabilità per la digitalizzazione delle stazioni di sollevamento delle acque reflue in tutta la provincia di Cremona. In quel progetto, la maggior parte dei dati intenzionali (come i parametri del progetto) sono stati inseriti con Dynamo e le famiglie avevano grip parametrici anche in 3d. È stato un lavoro molto pensato e pianificato affinché il modello fosse pratico e ci fossero degli script per facilitare il lavoro, dato che l’oggetto architettonico seguiva uno schema più o meno continuo e c’erano circa 170 modelli da realizzare.
Peró ci sono molte altre routine che ho sviluppato, di cui sono più soddisfatta e che hanno ottenuto risultati eccellenti, come ad essempio:
- Routine per “batch” invio di views alle sheets: Utilizzando la corrispondenza tra Sheet Number e i numeri inseriti nei nomi delle views questa routine invia le viste alle tavole coerenti. Inoltre, questa routine definisce correttamente Title on Sheet e Viewport Type delle viste.
- Routine (con interfaccia utente) per la creazione di Piante, Sezioni e 3d dalla selezione di rooms: consente di creare piani ingranditi attraverso la duplicazione con dettagli di una pianta che viene utilizzata come base, permettendo di non perdere le annotation già inserite. Oltre alla produzione di piante (pavimenti e controsoffitti), vengono creati Sezioni e 3D, tutti con il view template, Crop View e type corretto.
- Routine (con interfaccia utente) per “batch” definizione di Crop View :
Sebbene semplice, questa routine viene utilizzata quotidianamente. Permette che il contorno dell’attuale Crop View sia applicato a qualsiasi altre views. Permette anche di definire i parametri di Crop View, Crop region visible, Annotation Crop delle views modificate.
- Guardando al futuro, qual è uno degli aspetti del BIM che le piacerebbe approfondire?
Sono molto curiosa e studio a diverse aree di conoscenza allo stesso tempo. Credo che proprio come tra persone di diverse professioni, le diverse aree di competenza si completano a vicenda, sia nella vita professionale che nella personale. I miei due libri sul comodino in questo momento dimostrano l’ampiezza dei miei interessi: se da un lato ho “Hazte experto em Inteligência emocional” (Diventa un esperto di intelligenza emotiva) dall’altro ho “Más allá de Dynamo” (Al di là di Dynamo). Non c’è una relazione diretta tra l’apprendimento di Python e l’intelligenza emotiva: ma sono entrambe competenze utili diariamente nel mio lavoro.
Ho tre obiettivi di argomenti da approfondire al momento: voglio migliorare la mia comprensione degli standard ISO 19650, voglio approfondire la mia conoscenza di Python in modo da sfruttare la programmazione in modo più elegante e potente, e voglio diventare una leader sempre migliore, con empatia e intelligenza emotiva, in modo da poter essere un riferimento per altre donne dentro e fuori il settore AEC.