Nicola Nastasi: dai progetti in Medio Oriente alla Docenza del Master in BIM
Il percorso di Nicola Nastasi inizia con il conseguimento della laurea in Ingegneria Edile-Architettura U.E presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” nel 2014.
La sua prima esperienza universitaria è stata proprio alla Sapienza dove ha ricoperto il ruolo di tutor di “Progettazione degli elementi costruttivi”, un’esperienza per lui molto importante che ha portato successivamente alla pubblicazione di un libro.
Come da lui accennato, ha iniziato ad interessarsi autonomamente al BIM utilizzando il programma Revit 2010 per poi approfondire la sua conoscenza nel campo partecipando a corsi di formazione in BIM e conseguendo un Master universitario di II livello in “Progettazione sismica delle strutture per costruzioni sostenibili” al Politecnico di Milano.
Un percorso, quindi indirizzato alla formazione che lo ha portato, dopo anni di esperienza lavorativa sul campo, a ricoprire il ruolo di docente di “Modellazione BIM Structure” nel Master universitario telematico “BIM e digitalizzazione nell’industria AEC“, presso l’Università degli Studi Niccolò Cusano. Ma adesso lasciamo la parola a Nicola che ci racconta, nello specifico, la sua esperienza in campo di docenza.
- Quale è stato il percorso che l’ha portata a specializzarsi nel settore BIM?
Il mio percorso all’interno del mondo BIM inizia dalla curiosità per alcuni software che promettevano di offrire più di una semplice piattaforma di disegno CAD. Il primo “approccio” con questo tipo di software è avvenuto da autodidatta sperimentando l’utilizzo di Revit 2010. All’inizio la possibilità di costruire modelli tridimensionali in maniera molto più precisa e dinamica rispetto ad Autocad mi ha spinto ad approfondire fino a constatare la possibilità di estrarre alcune informazioni quantitative e alcuni disegni come piante e sezioni aggiornabili contemporaneamente dopo essere intervenuti modificando il modello. Ho continuato poi la mia ricerca documentandomi su come questo percorso fosse stato intrapreso da realtà fuori dall’Italia e ho consolidato le mie conoscenze attraverso anche corsi specifici.
- Vista la sua vasta esperienza in progetti in Medio Oriente, quali standard BIM vengono solitamente richiesti in quest’area?
Occorre innanzitutto fare una premessa importante per rispondere a questa domanda. L’approccio dell’area medio-orientale al mondo BIM ha subito negli ultimi anni una crescita sostanziale, soprattutto nell’area del Qatar e degli Emirati Arabi Uniti. In queste realtà, la disponibilità di risorse economiche unita alla forte volontà di sviluppare le città come organismi complessi di edifici e servizi, ha permesso un immediato approccio alla metodologia BIM.
Nella mia personale esperienza di progettazione strutturale BIM nell’area medio-orientale (dalla metropolitana di Doha in Qatar ad altri edifici di interesse pubblico quali stadi e sedi del ministero in Arabia Saudita) ho notato che il settore delle costruzioni si è evoluto velocemente grazie a grandi progetti come Expo di Dubai 2020 e i mondiali di calcio in Qatar 2022. Il contemporaneo sviluppo di questi progetti e il loro impatto mediatico hanno costituito il volano per l’espansione edilizio-infrastrutturale del Medio Oriente.
Mentre nel contesto europeo nel 2016, paesi precursori come Inghilterra e Finlandia inserivano nelle proprie legislazioni i primi obblighi, già nel 2013 la Municipalità di Dubai è diventata la prima autorità pubblica ad imporre il BIM, spinta dalla volontà di una rivoluzione tecnologica nel settore delle costruzioni del Medio Oriente.
Negli anni si è notata una sempre più intensa volontà di utilizzare la metologia BIM in tutte le sue “dimensioni”. Come riportato nella normativa UNI 11337, le dimensioni della progettazione BIM sono sette: 3D inerente la modellazione geometrica; 4D riguardo la gestione dei tempi; 5D relativa alle informazioni e gestione dei costi; 6D legata alla manutenzione e, quindi, al facility management e, 7D legata all’analisi dei consumi energetici.
L’evoluzione e la propagazione del BIM in un determinato paese dipendono dal maggior numero di dimensioni che sono interessate dal progetto BIM e dal livello di maturità del BIM raggiunto.
Se nei primi progetti affrontanti in medioriente si partiva da uno semplice studio tridimensionale (3D) adesso vengono valutati i tempi (4D), i costi (5D), la manutenzione (6D) fino ad includere i consumi energetici (7D).
- Che differenza nota rispetto al BIM in Italia?
La differenza principale è nelle caratteristiche del settore edilizio.
In Italia, infatti, la percentuale di edifici esistenti e di edilizia storica è la maggiore tra tutti i paesi europei e, di conseguenza, l’approccio conservativo di tutela del patrimonio storico ha fatto sì che il primo approccio al BIM, inizialmente incentrato sui vantaggi delle nuove costruzioni, non fosse così diffuso per la natura del mercato italiano.
In altri paesi come, ad esempio, L’Arabia Saudita, caratterizzata da grandi spazi non edificati e dalla volontà di espandere il complesso edilizio nel minor tempo possibile puntando ad una ottimizzazione del processo, vi è stata una forte leva sulla diffusione del BIM.
Per poter capire l’entità del fenomeno del BIM in italia dobbiamo analizzare 3 aspetti chiave: diffusione, tipi di interventi, competenze
Per diffusione, meno del 30% tra studi e società non utilizza ancora il BIM, valore che nell’anno precedente si attestava sul 40% circa.
Per tipo di interventi poco più del 50% sono di natura architettonica.
Per competenze sappiamo che è aumentato del 130% il numero di professionisti certificati secondo la normativa 11337.
Queste performance descrivono una crescita in Italia dell’adozione della metodologia BIM seppur lenta. Il grande divario, rispetto agli altri paesi europei, è costituito dalla grande distanza tra il mondo dei progettisti che sta facendo un percorso evolutivo con le giuste tempistiche e il mondo delle imprese, sempre diffidenti o stantie nel voler cambiare approccio. Secondo il BIM Report 2020, per il quale sono stati consultati centinaia di professionisti del settore, studi, società di ingegneria, imprese e società di servizi, committenza pubblica e privata, si percepisce grande entusiasmo e volontà di continuare a crescere sulla metodologia BIM.
Nonostante questo entusiasmo, e la forte volontà che il BIM assuma un ruolo strategico determinante nel processo edilizio fino a coprirne gli aspetti in tutta la sua totalità, sorgono delle difficoltà per l’utilizzo di questa metodologia, soprattutto per gli operatori e nelle relazioni con il mercato. Quasi il 70% infatti lamenta la difficile comprensione da parte dei committenti dei vantaggi del BIM, rallentandone quindi l’adozione e continuando a preferire metodologie “antiquate” ma consolidate.
Sicuramente, oltre alla volontà e l’entusiasmo di adottare il BIM da parte di molti operatori nel campo dell’edilizia, un ruolo importante lo ha avuto e lo avrà il DM 560/2017 (Decreto BIM) che definisce la modalità e i tempi di progressiva introduzione del BIM da parte delle stazioni appaltanti, dalle amministrazioni concedenti e dagli operatori economici di settore.
- Circa il suo ruolo universitario, cosa l’ha spinta ad intraprendere la docenza in un Master BIM?
L’esperienza maturata partendo da zero e coinvolgendo molti compagni di università ai quali ho spesso trasmesso le mie conoscenze in materia BIM, mi ha fornito la naturale prosecuzione all’insegnamento in un percorso specialistico come un Master BIM, questa volta arricchito delle esperienze professionali che ho maturato. Per questo motivo ho accettato con grande entusiasmo l’incarico di docenza del corso di Modellazione Strutturale BIM nel Master di II livello “BIM e digitalizzazione nell’industria AEC” per l’Università Niccolò Cusano.
- Perché, secondo lei, gli studenti dovrebbero approcciarsi oggi alla metodologia BIM? A suo avviso, un master BIM è utile più per studenti neolaureati o per professionisti?
La risposta immediata è che il BIM rappresenta una metodologia che consente di migliorare sensibilmente qualità e produttività del processo edilizio.
Gli studenti dovrebbero approcciarsi a questa metodologia perchè da qui a poco tempo sarà probabilmente l’unica modalità di progettazione di opere edili e civili. Non a caso, l’introduzione del decreto 1 dicembre 2017, n. 560 stabilisce le modalità e i tempi di progressiva introduzione dei metodi e degli strumenti elettronici di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture ponendo l’obbligo dell’utilizzo del BIM per importi sempre più inferiori (100 milioni dal 2017 fino a 1 milione del 2025).
Un master BIM ha a mio avviso una valenza determinante sia per lo studente neolaureato che per il professionista già avviato. Il primo ha la necessità di essere subito competitivo e per far ciò ha bisogno di avere competenze ricercate dal mercato del lavoro, come ad esempio, la conoscenza e l’uso di programmi BIM. Il secondo, invece, ha l’opportunità di aggiornarsi e di rimanere competitivo sul mercato ma, soprattutto, incidere sulle dinamiche edilizie potendo così ridurre tempistiche e attività rispetto all’utilizzo delle metodologie tradizionali.
- Secondo la sua esperienza, la formazione universitaria è realmente adeguata alla professione?
I recenti obblighi in materia di appalti, hanno spinto molte università ad aggiornare i programmi dei corsi di laurea includendo il BIM tra gli argomenti da trattare. Ciò, però, avviene ancora in maniera superficiale, lontana da ritenerla sufficiente. È proprio per questo che una formazione specialistica dedicata come un Master fornisce gli strumenti idonei a lavorare nel mondo dell’edilizia oggi con metodi contemporanei.
- Guardando al futuro, qual è uno degli aspetti del BIM che le piacerebbe sviluppare?
Essendo specializzato in ingegneria strutturale in ambito civile ed edile, reputo importante approfondire e ulteriormente sviluppare l’interazione tra la sensoristica per il monitoraggio dell’opera reale e il modello BIM per poter monitorare il reale stato dei manufatti edilizi. Implementare all’interno dei modelli BIM lo stato di salute delle strutture in tempo reale è sicuramente un aiuto importante per prevenire e/o risolvere in maniera efficiente ed efficace problematiche importanti.